
Quando mi avvicino al Mulino I Diacci, lungo le rive del torrente, il silenzio si abbatte come un'aquila
che si lancia su una preda: in modo mortale.
La scena è sconvolgente, gli occhi colmi di lacrime, mentre la sensazione di impotenza e il senso di
sconfitta predominano sulla rabbia e sull’incredulità.
Mi inginocchio, incapace di credere a ciò che vedo, scruto in silenzio ogni colore e ogni frammento,
ammirando rammaricato il luccichio dei cocci riflessi nell'acqua. Calpesto il vetro che si frantuma sui
sassi.
Non si scorgono più i gamberi di fiume. Davanti a me, una confezione di acido muriatico, di un giallo
brillante, giace sul suolo inerme.
Un cucchiaio magnificamente preservato, di un luminoso colore argento, è incastonato tra le rocce. Si
erge con orgoglio tra i ciottoli, come se fosse una bandiera pronta a sventolare.
Il rumore delle acque è ormai compromesso, con la plastica che fluttua ovunque, generando un'eco di
rassegnazione.
Il letto del fiume accoglie ora materiali di qualsiasi tipo: plastica, vetro, polistirolo.
Non si vedono più i sassi: adesso sott’acqua e sulla riva vi sono tazzine, ceramiche, bottiglie,
mattonelle.
I tronchi che galleggiano sulle acque fungono da rifugio per i sacchetti di plastica che si muovono
nell'aria, con i loro colori nero e blu che prevalgono nel paesaggio. Con uno sguardo attento, scopro
siringhe, sacche mediche, tappi di bottiglia, ampolle di vetro, ciondoli raffiguranti Buddha, scarpe e
ciabatte.
“Crema Yogurt - grassi 7%”
“Triaminic - 12 bitabs per il trattamento di raffreddore”
“Acqua distillata per batterie e ferri da stiro”
“Frutta - Verdura, Babboni Luisa - Via Leonardo Da Vinci 100 Marina di Pietrasanta”
Queste parole, riportate sopra, sono ADESSO i veri protagonisti del nostro fiume. Sono loro che ci
aspettano lungo le rive del torrente, e sono loro che attualmente abitano le nostre acque, deteriorando
giorno dopo giorno un ecosistema e un habitat incontaminato.
C’è un dollaro d’argento sul fondo del Sand Creek?
No, magari argento. Qui vi è tutt’altro, qui vi è la nostra coscienza, la nostra dignità, la nostra sconfitta
di essere uomini. Ed è sul fondo del Rovigo.
Siamo ancora in tempo per salvare qualcosa? Nulla è perduto finché c'è speranza, ma è fondamentale
agire rapidamente. Una cosa è certa: la nostra coscienza è irrecuperabile, giace nel letto del torrente,
accanto a siringhe, bicchieri e pezzi di ferro arrugginito, in quelle acque dove nuotavano i pesci.
“Anche se ora ve ne fregate, voi quella notte voi c'eravate.”
Lorenzo Sordi e Fabrizio De André